La democrazia è un concetto nato già nella Grecia dei nostri antenati per rimarcare il potere che doveva risiedere nel popolo. Con la sua reintroduzione nel 1700 sia su suolo francese prima che negli Usa poi, la parola ha assunto altri significati. Tra questi quello di Democrazia Rappresentativa che ha quasi assunto il senso unico della stessa democrazia.

Una concezione che può essere considerata come strettamente limitata giustificata dal fatto che gli Stati, così come li concepiamo attualmente, non sono in grado di governare garantendo la partecipazione di tutti i cittadini. Una concezione ovviamente sbagliata. Sì perché neanche in passato erano in grado di fare ciò. Si tratta di una vera e propria concezione pessimistica che, a volte, ha interessato i filosofi politici. Dalla Svizzera fino all’Australia passando per la Danimarca ed il New England, invece, si può notare come, con opportune tecniche e metodologie, i cittadini sono in grado di autogovernarsi, forse anche meglio soli che attraverso rappresentanti eletti.

Un caso molto particolare di democrazia partecipativa è quello della città di Grottammare in Italia. La cittadina viene considerata all’unanimità come un caso italiano. La democrazia si applica soprattutto alla redazione del Bilancio. Alcuni cittadini hanno potuto partecipare ai processi e ai procedimenti che, come da tradizione, erano considerati esclusivamente rivolti a i soli rappresentanti politici, e nemmeno tutti. In ogni caso, la partecipazione e, dunque, la democrazia non riguardavano soltanto il bilancio ma anche le azioni più strettamente amministrative. Assemblee e comitati di quartiere l’hanno fatta da padrone.

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